FONDAZIONE MIGRANTES
ORGANISMO PASTORALE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Un viaggio mortale per i bambini

(28 febbraio 2017) - Dei 181.436 migranti e profughi arrivati in Italia nel 2016, 28.223, ovvero il 16% circa, sono minori, e 9 su 10 sono arrivati sulle coste italiane non accompagnati. Inoltre, dei 4.579 migranti che nel 2016 si stima siano morti durante la traversata del Mediterraneo, si ritiene che 700 fossero minori
28 Febbraio 2017
(28 febbraio 2017) - E' stato appena pubblicato il Rapporto Unicef "Un viaggio mortale per i bambini", in cui l'Unicef lancia un'allerta per sensibilizzare sulla situazione dei minori non accompagnati che dall'Africa arrivano in Europa lungo la rotta del Mediterraneo centrale: abusati, vittime di violenze di ogni genere, sono la categoria più a rischio. La coordinatrice speciale per la Crisi dei migranti e profughi in Europa, Afshan Khan, ha incontrato a Bruxelles un gruppo ristretto di giornalisti, chiedendo "misure stringenti per proteggere i bambini migranti e un sistema di passaggi sicuri". Gli immigrati arrivati in Italia nel 2016 attraverso la rotta marittima - si legge nel rapporto - sono 181.436. Di questi, 28.223 (il 16%) sono minori e, in 9 casi su 10, non accompagnati. Delle 4.579 persone morte durante la traversata del Mediterraneo centrale, si stima che 700 fossero bambini. Il flusso dalla Libia inoltre non accenna a fermarsi, come dimostra l'ultimo naufragio dello scorso 21 febbraio che ha provocato al morte di almeno 74 persone. Secondo i dati di Frontex, l’agenzia europea della guardia costiera e di frontiera, nella rotta dalla Libia alle coste italiane, arriveranno circa 180mila persone, come nel 2016.
 
"I bambini e le donne rifugiati e migranti subiscono regolarmente violenza, sfruttamento, abuso e detenzione lungo la rotta del Mediterraneo Centrale, dal Nord Africa all’Italia: è la denuncia contenuta nel nuovo rapporto presentato dall’Unicef.  Lo scorso anno 4.579 persone sono morte nel tentativo di attraversare il Mediterraneo dalla Libia, ed è stato stimato che almeno 700 delle persone che hanno perso la vita erano bambini. Il rapporto (della serie “Child Alert”) fornisce un quadro accurato dei terribili rischi che I bambini rifugiati e migranti affrontano durante i pericolosi viaggi dall’Africa sub Sahariana alla Libia, fino alla traversata via mare per raggiungere l’Italia. ““La rotta del Mediterraneo Centrale, dal Nord Africa all’Europa, è tra quelle al mondo in cui muoiono più persone ed è tra le più pericolose per i bambini e le donne”, ha dichiarato Afshan Khan, Direttore regionale e Coordinatore Speciale dell’Unicef per la Crisi dei Rifugiati e dei Migranti in Europa. “La rotta è per la maggior parte controllata dai trafficanti e da altre persone che vedono come prede i bambini e le donne disperati che sono semplicemente alla ricerca di un rifugio o di una vita migliore. Sono necessarie vie e piani di sicurezza sicuri e legali per proteggere i bambini migranti, per tenerli al sicuro e lontano dai predatori”. Unicef  chiede urgentemente ai Governi e all’Unione Europea di supportare e adottare queste azioni: proteggere i bambini rifugiati e migranti, in particolar modo quelli non accompagnati, da sfruttamento e violenza; porre fine alla detenzione dei bambini richiedenti lo status di rifugiato o migranti, introducendo una serie di alternative praticabili: tenere unite le famiglie, come migliore mezzo, per proteggere i bambini e dare loro il riconoscimento di uno status legale; consentire ai bambini rifugiati e migranti di studiare e dare loro accesso a servizi sanitari e di altro tipo, di qualità; chiedere di intraprendere azioni sulle cause che spingono a movimenti di massa di migranti e rifugiati; Promuovere misure che combattano xenofobia, discriminazioni e marginalizzazione nei paesi di transito e di destinazione.  L’organizzazione finora ha fornito a 182.500 bambini rifugiati e migranti diversi servizi e sta ampliando il suo programma nel Mediterraneo in Grecia e in Italia, supportando gli sforzi dei Governi per migliorare i servizi di riunificazione familiare e di protezione dei bambini. Ha inoltre firmato un accordo di cooperazione nell’aprile 2015".  (fonte Redattore sociale)

Ansa