(7 luglio 2017) - La priorità deve restare quella di salvare vite umane. Lo sottolineano chiaramente le ong nazionali e internazionali, mentre a Tallinn, in Estonia, è ancora in corso il vertice dei ministri dellInterno Ue sulle migrazioni. La preoccupazione è che con le nuove disposizioni, innanzitutto col nuovo codice di condotta per il salvataggio in mare, che prevede regole ferree per le organizzazioni non governative operanti nel Mediterraneo, aumenti la lunga lista dei morti in mare.
Il codice di condotta cè già, ed è quello regolato dal diritto internazionale e del mare: quello che sembra urgente è invece un codice di condotta per lEuropa per evitare le morti nel Mediterraneo, rafforzare la missione di search and rescue istituzionale e rimettere al centro delle politiche migratorie dei singoli Stati e dellEuropa il rispetto dei diritti umani e dei diritti dei migranti - sottolinea Antonio Raimondi, portavoce del Cini, il coordinamento italiano ngo internazionali, composto da ActionAid, Amref, Cbm, Save the Children, Terre des hommes e Volontariato Internazionale per lo Sviluppo-Vis -. I governi stanno occupando principalmente del contrasto allimmigrazione e di regolamentare lazione delle ong. Ma se le ong sono nel Mediterraneo, sotto il coordinamento della guardia costiera italiana, è perché si trovano a coprire una mancanza di responsabilità condivisa, anche per quanto riguarda limperativo umanitario di salvare vite in mare...
Redattore Sociale
Corriere della Sera
Il Fatto Quotidiano.it
Avvenire
L'Espresso