La prima necessità per i richiedenti asilo e rifugiati riguarda il rilascio dei documenti: «Per i nostri ospiti, anche se è una parola che non mi piace sottolinea la coordinatrice prenotiamo gli appuntamenti in Questura per avviare le pratiche necessarie per legge e spesso ci scontriamo con lunghe ed estenuanti attese». Oltre allaiuto nellorientamento allinterno della burocrazia, lo SPRAR etneo offre assistenza legale, sanitaria e sociale, attraverso un accurato lavoro di mediazione culturale e interpretariato. Nel pomeriggio, poi, si va scuola di italiano, ci si prende cura dellorto, si svolgono diverse attività ludico-ricreative. Senza dimenticare il servizio di supporto psicologico, grazie allausilio di un team di due psicologici. Agli ospiti viene fornito un pocket money del valore di 45 euro al mese, per il resto non devono preoccuparsi di nulla: garantiti i pasti giornalieri e il servizio lavanderia. «I migranti ricevono soltanto 1,5 euro al giorno ha spiegato la coordinatrice non è vero, come spesso si sente dire in giro, che a loro lo Stato offre 40-50 euro al giorno, sono notizie infondate che non aiutano a creare un clima accogliente».
Proprio sullaccoglienza il Comune di Mascalucia ha speso significative risorse, allo scopo di favorire allinterno della comunità cittadina sentimenti di piena solidarietà, affidando esclusivamente a cittadini residenti nel comune la gestione della struttura. «Le famiglie con cui stiamo ogni giorno a contatto hanno bisogno di ricevere tanta sicurezza da noi; le prime notti che sono rimasti da soli, ci hanno chiesto di dormire con loro per la paura di essere derubati in piena notte». Piccoli gesti che si tramutano in affetto e compartecipazione alla storia personale di questi fratelli migranti: «Ricordo con emozione rivela Cetty Mannino come luomo più spavaldo del gruppo, quando è stato accompagnato a fare un prelievo del sangue, mi ha stretto la mano, dicendo di avere paura».
Sono tanti gli aneddoti significativi che si potrebbero raccontare: «Vengo chiamata giorno e notte, a me fa piacere seguirli in ogni loro spostamento e necessità. Soprattutto con le donne in gravidanza nelle ultime settimane si è creato un rapporto speciale. Speciale al punto che le mamme avrebbero voluto dare il mio nome al futuro neonato, ma essendo maschietto ho risposto che in Italia, non si potrebbe chiamare Cetto». Frasi che emozionano e aprono la vista su un mondo dalle mille sfaccettature: «Dopo un mese continua Cetty Mannino abbiamo dovuto salutare, invece, un nostro ospite, che essendo single non poteva stare insieme alle altre famiglie. Lo abbiamo accompagnato alla stazione e ci ha ringraziato lasciandoci con una promessa: sarebbe passato a Natale. Di fatto, di lui non sapremo più nulla». Questo laspetto più triste di chi svolge un servizio come il nostro: affezionarsi per poi dirsi addio. Sei mesi è la permanenza massima allinterno di uno SPRAR. Questa la legge dello Stato: un semestre è più che sufficiente per integrarsi. (Filippo Cannizzo - Migrantes Catania)