FONDAZIONE MIGRANTES
ORGANISMO PASTORALE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Visti d'ingresso per lavoro, solo uno su cento

(21 luglio 2016) - Nella stragrande maggioranza dei casi, l’80%, si tratta di ingressi turismo. Relativamente consistente anche la quota di visti per affari, 9%, pochi gli studenti, 3%. Ancora meno, il 2%, sono quelli che arrivano per motivi familiari. Gli ingressi per lavoro subordinato sono a stento l’1%
21 Luglio 2016
(21 luglio 2016) - Presentato a Roma lo scorso 7 luglio, nell'Annuario si possono leggere gli effetti della crisi economica, che ha contratto la richiesta di manodopera  e convinto il governo ad azzerare i flussi d’ingresso. La speranza,  chissà quanto fondata, è che se salteranno fuori nuovi posti di lavoro saranno per i disoccupati che sono già qui. L’Annuario dà conto, tra le altre cose, dell'attività della nostra rete consolare e quindi anche dei visti d’ingresso rilasciati a stranieri diretti in Italia. Nel 2015 ne sono stati rilasciati 2.043.162 (a fronte di 2.150.753 richieste), il 7,8% in meno rispetto al 2014.  “Tale flessione  - spiega il ministero – è attribuibile in parte alla crisi economica russa e alla svalutazione del rublo, con conseguente diminuzione delle richieste di visto provenienti dalla Russia  (che fino allo scorso anno guidava la classifica  ndr), in parte all’aumento del tasso di dinieghi, finalizzati a prevenire minacce in termini di sicurezza e a ridurre il rischio di immigrazione clandestina”. 
La maggior parte di visti sono stati concessi a cittadini cinesi (540.883) e russi (492.739), seguiti da turchi (151.394), indiani (104.363), ucraini (51.048) e sauditi (51.004). Tra le macroaree di provenienza quella di maggior peso è l’Asia (40%), seguita dall’Europa extra Ue (37%) e dal Mediterraneo e Medio Oriente (13%).

Annuario Statistico 2016 Ministero Affari Esteri e Cooperazione Internazionale